sabato 30 aprile 2011

La signorina del call center 4




IV Capitolo

- Bello veramente! Avevi ragione, lo trovo delizioso. Ci mettiamo in quell’angolo?
- Quello è un posto adatto per gli innamorati…
- Anche per chi vuole conversare in santa pace…
- E noi siamo qui per conversare e non per altro: Vero?
- Non avevamo detto che mangiavamo pure?
- Quello era sottinteso. “A buon intenditor poche parole.”
- Non chiudiamo la porta alla provvidenza: può darsi che da cosa nasca cosa?
- Io lascio la porta aperta, ma togliti dalla testa che vedrai la provvidenza varcare quella soglia.
- Per me già è abbastanza che tu lasci la porta aperta e non ti ostini a tenerla chiusa. Vuoi ordinare tu Eleonora?
- No, fallo tu, io non sono tanto pratica di ristoranti, se parlavamo di pizzeria era diverso, perché sono una frequentatrice abituale.
- Allora perché non siamo andati in pizzeria?
- Perché ci vado ogni giorno ed oggi è una giornata speciale.
- Io non conosco i tuoi gusti, quindi devo farti per forza il terzo grado: Incominciamo con l’antipasto?
- Sì, una piccola porzione d’insalata di mare la gradirei.
- Per primo, ti piace di più la roba cotta al forno, tipo lasagna, o preferisci un comune spaghetto a vongole?
- Uno spaghettino va benissimo, ma non lo voglio comune, deve essere speciale!
- In non so come si faccia a far diventare speciale un comune spaghetto, comunque lo chiederemo al cameriere con la speranza che possa compiacerci.
- Io vado matta per la lasagna, ma a quest’ora preferisco non avere quel peso sullo stomaco, ed anche perché non era previsto che si veniva a cena e quindi qualcosa ho mandato giù prima di uscire di casa.
- La lasagna io non la cambierei con niente, e penso che il mio stomaco l’accetterà volentieri, visto che oggi pensando all’incontro di questa sera mi sono scordato di darlo a mangiare.
- Vittorio, mi fai commuovere: sei proprio un ragazzone!
- Che ne dici allora di prendere una porzione di uno e una porzione dell’altra e poi dividiamo a metà?
- Va benissimo: ottima idea.
- Per secondo pesce o carne?
- Io preferisco una fetta di pesce spada alla brace.
- Speriamo che ne abbiano: non ho ancora visto né il mare, né il menù?
- Il mare qui te lo sogni, ma i pesci ora sanno arrampicarsi anche sulle montagne.
- Cameriere ci porti due insalate di mare, uno spaghetto a vongole per la signorina, ma dev’essere speciale, e una razione di lasagna per me, se c’è.
- In questo ristorante non ci facciamo mancare mai niente signore, e siamo in grado di far fronte a qualsiasi richiesta del cliente!
Volete ordinare anche il secondo oppure ripasso dopo?
- Si è arrampicato il pesce spada qui?
- Come signore?
- Non se la prenda, sono io che sto fuori con la testa.
- Non si sente bene forse?
- Nient’affatto: non mi sono mai sentito meglio in vita mia.
- Mi fa piacere per lei, e voglio assicurarla che il pesce spada c’è ed è quello buono che ci arriva direttamente dalla Sicilia.
- Allora ci porti due tranci di pesce spada alla brace e per contorno un’insalatina verde.
- Vino?
- Certo! Ci porti del bianco buono, coca cola e acqua minerale effervescente.
- Sarete serviti al più presto possibile, ma nel frattempo potete ascoltare musica dallo stereo che sta alle vostre spalle, e volendo potete tirare il séparé.
- Caspita che organizzazione, chissà dopo quanto ce la faranno pagare?
- E’ un’offerta della casa: per questo si chiama il buco degli innamorati!
- Grazie, per avercelo detto… Come si chiama lei? La mia sensibilità non si sente a suo agio chiamando una persona “Cameriere.”
- Mi chiami Ugo, signore.
- Grazie Ugo, ma per il momento abbiamo un gran bisogno di parlare.
- Stavo pensando a quel povero pesce spada che è andato a morire in Sicilia e mi porterà un po’ di sapore dell’acqua della mia terra.
- Speriamo sia vero! A volte, anche nei migliori ristoranti, ti portano a vedere il pesce fresco e poi ti cucinano il congelato che viene dall’Atlantico.
- Sei  alquanto malpensante vedo?
- Abbastanza... ma sempre meno di quello che si dovrebbe essere.
- Tu vedi tutto nero davanti ai tuoi occhi?
- No, riesco a vedere anche colorato, senza far uso di filtri. Ricordi che ho visto te col fiocchettino verde nei capelli, davanti al cinema Europa?
- Chissà come dovevo essere ridicola: Una ragazza di trentasei anni che aspetta il suo principe azzurro davanti ad un cinema?
- Era una scena magnifica, degna del film che stavano proiettando. Semmai era il principe azzurro che faceva schifo.
- Sei il tipo che si butta a terra sperando che qualcuno lo aiuti a rialzarsi?
- No Eleonora, a volte cado giù e ci resto; mentre altre volte riesco ad alzarmi da solo. Eleonora, nel frattempo che aspettiamo la cibaria, ti va di parlare un po’ di te?
- Perché di me e non di noi?
- Certamente, ma da una parte dobbiamo iniziare. Vuoi che si lanci in aria la monetina come fanno gli arbitri sui campi di calcio?
- Va bene inizio io, ma devo iniziare da quando ero lattante o posso saltare qualche anno?
- Da quando vuoi, tanto questa è solo la prefazione di un romanzo.
- Sono nata a Palermo, ho trentasei anni e vivo a Roma da tredici. Ho tre fratelli maschi più grandi di me e sono ’ultima di quattro figlie femmine.
- Allora Eleonora abbiamo la stessa età? sai anch’io sono l’ultimo figlio?
Chissà tuo padre da uomo del sud come sarà stato contento quando gli hanno detto ch’era nata la quarta cambiale?
- Non lo so, perché essendo la più piccolina non me lo ha dato mai a vedere… Perché me lo chiedi: anche tu ragioni allo stesso modo?
- No, “â casa d’’o galantomme nasc’ primma ‘a femmena e po’ l’omm.”
- E’ un proverbio consolatore questo?
- Forse! Noi abbiamo proverbi per tutte le occasioni!
- Come sei diverso da come parlavi per telefono! Sembravi una persona morta di cui avere compassione, e invece sei pieno di brio e sempre pronto allo scherzo…
- Ti dà fastidio questo modo di comportarmi o devo cambiare registro?
- No, nessun fastidio, anzi. Basta che sei naturale… Posso continuare la requisitoria?
- Prego. Scusa l’interruzione.
- La mia gioventù l’ho passata solo a lavorare in casa a fare i mestieri. I miei genitori ed i miei fratelli mi tenevano segregata come una farfalla sotto un bicchiere d’oro. Mi facevano uscire solo per andare a scuola e per andare a messa la domenica.
- A scuola ne avrai conosciuto di giovanotti?
- Certo, ma ognuno si teneva alla larga per paura dei miei fratelli, che ogni tanto per farsi conoscere, venivano a turno a prendermi a scuola. Riuscii a diplomarmi e un po’ perché da noi c’è poco da fare per le ragazze, e un poco per i miei genitori che pensavano che una famiglia che mandava la figlia femmina a lavorare si macchiava l’onore, presi la decisione di venire sul continente. Feci la commessa in diversi negozi d’abbigliamento, poi feci domanda alla Telecom e fui assunta.
- I tuoi genitori come la presero quando tu dicesti che volevi partire?
- I miei non volevano che partissi per nessuna ragione al mondo: “mio padre diceva che tutte le ragazze che lasciano la Sicilia e vanno sul continente, vanno a fare tutte quante le buttane.” Inaspettatamente trovai la collaborazione dei miei fratelli che oltre a darmi il permesso, mi dettero anche i soldi del biglietto e qualcosa per vivere nei primi momenti.
- Come mai i tuoi fratelli così severi alla tradizione siciliana, hanno fatto questo cambiamento?
- Loro sono camionisti, girano, conoscono gente, ed hanno capito che una ragazza tenuta chiusa in casa è un peccato di Dio e che prima o poi i miei genitori mi avrebbero fidanzata con qualche pescivendolo del luogo, contro la mia volontà, quindi si sono parlati ed hanno deciso, contro la volontà di mio padre, di darmi libertà aprendomi la gabbia della vita, con la consapevolezza che me la sarei saputo sbrigare da sola.
- Certamente appena sei arrivata a Roma hai avuto un nugolo di ragazzi che ti corteggiavano?
- Sì, incontrai molti ragazzi, ma la maggior parte si volevano solo divertire.
Uno solo mi è durato qualche mesetto e poi si è esaurito come una pila elettrica.
Andavamo in giro; nei week-end, mi portava spesso in discoteca, poi un giorno mi sono accorta che faceva uso di estasi e di altre polverine e che voleva che anche io lo imitassi in quel vizio dannoso, costoso e schifosissimo, e lo lasciai andare per la sua strada.
Da allora ho pensato solo al lavoro, poi sentendo la tua voce giovanile per telefono, mi sono ricordata che esistono ancora gli uomini ed ho tentato di accalappiarne uno.
- Mi dispiace di averti dato una fregatura… però devo darti atto che sei riuscita a catturarmi: “anima e corpo!”
- Inizialmente, lo confesso, sono rimasta un po’ male, ma ora sono contenta di stare con te. Sei molto gentile ed educato e mi guardi e mi tratti come stessi su un piedistallo. E’ una sensazione che non ho mai provato con i ragazzi d’oggi che sono tutti, chi più e chi meno, arroganti, scostumati e presuntuosi.
- I ragazzi di oggi, sono così perché è l’epoca che li vuole così. (Il presidente del consiglio insegna.) Ognuno che si comporta diversamente viene messo da parte e chi è out non fa una bella vita!
Hai due occhi spenditi incastonati in un bellissimo viso acqua e sapone…
- Grazie, sei molto gentile e romantico: le donne invece guardano più la realtà!
- Hai due…
- Non esageriamo adesso.
- Volevo solo dire che hai le labbra che sono la fine del mondo ed evocano…
- Basta così, ti prego!
- Ho esagerato?
- No, però mi vergogno. Mi sono salvata in calcio d’angolo perché vedo che sta arrivando il cameriere con un carrello pieno di leccornie tutte per noi.
- Allora lascia la palla in angolo, poi dopo tocca a me di scoccare il tiro.
- No, dopo calcerò io e vorrò sapere da Vittorio ogni particolare.
- Allora non vuoi più ritornare a casa?
- Perché sono tante le avventure che hai avuto e sono tutte raccontabili?
- Tutte cose finite male, quindi potrei pure metterci una pietra sopra e iniziare a raccontarti la mia vita da questo momento in poi, o al massimo da quando non mi suona il telefono.
- Vuoi trovare una scappatoia alle mie domande? La vita che stai vivendo in questo momento, è life, in diretta, ed io la sto vedendo come in televisione.
Domani, a mente fredda dobbiamo consultare l’auditel e vedere che percentuale di consensi ci dà.

- Iniziamo a mangiare Eleonora, anche se non smetterei più d’ascoltarti… prima che il freddo ci diventi caldo e il caldo si raffreddi!
- Non so da dove iniziare?
- Ti va iniziando con un goccio di vino per brindare al nostro incontro o chiamo Ugo e faccio portare lo champagne?
- Odio gli sprechi; un goccio di vino va bene, a volte basta solo il pensiero, il gesto.
Cin Cin al nostro incontro.
- Che fai Eleonora: vuoi sedurmi?
- No, voglio soltanto baciarti le gote, come si conviene fra amici, e strofinarti le orecchie con il nostro… champagne.
- Con immenso piacere lascio che le tue magnifiche labbra sfiorino questo mio viso incontaminato.
- Valle a raccontare ad un’altra queste panzane! Tu che ti metti ancora a pavoneggiarti con le ragazzine per telefono saresti l’incontaminato?
- Eleonora, sei giovane, ma ti pregherei di non farti troppo ragazzina, se no mi arrestano per pedofilia!
- Ok. Anche perché i pedofili mi fanno schifo e paura allo stesso tempo.
- Eleonora, hai una carnagione splendida, simile al velluto. E’ bastato un fugace contatto per lasciarmi un’orma che nessun sapone riuscirà mai a cancellare.
- Cambi discorso: eh furbacchione?
- Non ho cose nascoste: mi è sembrato più impellente esprimere una sensazione che ho sentito invadermi il corpo.
- Dici che non hai remore, però tergiversi ed ogni mia domanda la lasci a mezz’aria… e cerchi di farmi scema facendomi un complimento.
- Non hai pensato che forse non ti rispondo perché non ho niente che valga la pena di essere raccontato?
Fino ad oggi Eleonora, ogniqualvolta ho sentito per una donna quel certo “nonsoché”, ed ho cercato d’intrecciare una relazione, questa mi è durata lo spazio di un’alta marea, ed essendo tutto scritto sulla battigia, veniva cancellato.
- Con me cosa hai in mente: di scriverlo direttamente nell’acqua? o forse ti serve un ventaglio per soffiarti quanto hai caldo e uno scaldino per riscaldarti quando hai freddo?… Guarda che con me fai per davvero un buco nell’acqua!
- Eleonora, tu in quel buco mi hai trovato e lanciato un salvagente, ed ora non mi lasci neanche il tempo per gioire dell’inaspettato salvataggio e già mi ributti fra i gorghi? Sono in cerca di un approdo sicuro Eleonora; sono stanco di affrontare tempeste e burrasche.
Se potessi con Dio arrabbiarmi, gli chiederei perché mi ha fatto nascere quando il mio e il tuo tempo non coincidevano. Gli chiederei….
- Vittorio non ti dimenticare di chiedergli pure perché ti ha fatto nascere a Napoli, mentre io sono nata in Sicilia e lo stesso non ci saremmo incontrati?
- Che fai sfotti?
- No, è solo che io sono abituata a guardare in faccia la realtà… per esempio ora sto guardando questi spaghetti che si stanno raffreddando e m’implorano di essere mangiati.
- Eleonora, hai una boccuccia somigliante ad un bocciolo ancora chiuso, e penso sia un peccato usarla per addentare questi vili vermicelli. Hai…
- Hai, hai… Vittorio, ma tu non hai… fame?
- Sono stato incantato dai tuoi occhi dal primo momento che ti ho vista, e non riesco a capacitarmi della fortuna che ho avuto ad incontrarti. Ogni tanto devo darmi un pizzicotto per capire se dormo o son desto.
- Fammi un favore, Vittorio: mangiamo. Sento i peluzzi che ho sulle braccia che si sollevano al tuo parlare. Mai ragazzo della mia età, pur avendo di più di quello che tu hai avuto, è arrivato a darmi le stupende sensazioni che provo stasera.
- Eleonora…
- Ti prego Vittorio, smettiamola di parlare, prendiamoci un po’ di pausa.
- Ok. Cam… Ugo, per cortesia ci porta due piatti vuoti: abbiamo intenzione di fare un miscuglio…
- Dite a me cosa volete fare e lo farò io per voi.
- Ad ognuno di noi è venuto voglia di mangiare quello che l’altro ha nel piatto, quindi se lei è così cortese di prendere due piatti vuoti, darà alla signorina mezza porzione di lasagna e mezzo spaghetto, il restante, che poi sarebbe l’altra metà la darà a me che anticipatamente ringrazio.

- Eccovi serviti!
- Grazie.
- Allora buon appetito.
- Ti auguro altrettanto.
Per cinque minuti usiamo le bocche soltanto per nutrirci; i commenti li rimandiamo ad ogni intervallo.
- Ok, diamo inizio alle danze…

Le bocche, come detto, erano intente a masticare, ma i cervelli non erano sincronizzati sul pranzo ma erano immersi, come si capisce dalla scena, in altre fantasticherie.

- Primo intervallo: parliamo di cosa?
- Mi sembra giusto riservarlo al pranzo: io l’ho trovato squisito questo spaghetto. C’erano dentro oltre alle solite vongole, una gran quantità di molluschi diversi che neppure sapevo esistessero, ma tutti uno più saporito dell’altro.
- Volendo possiamo chiedere ragguagli al cameriere?
- Non ha importanza, il necessario è che li ho trovati squisiti.
- Ed invece io ottima ho trovato la lasagna… Guarda, guarda, ognuno di noi ha conservato per ultimo una forchettata di quello che gli piaceva di più?
La vita reale non è così, le cose belle si prendono per prima!
- Non sono d’accordo con quello che dici: anche nella vita di tutti i giorni le cose più belle si conservano per ultimo. Prendiamo ad esempio due innamorati: si baciano, si toccano ma la cosa più bella la conservano per il matrimonio.
- Ma tu Eleonora in che epoca vivi?
- Io penso di vivere l’attuale!
- Perché, tu che sei stata pure fidanzata vorresti farmi intendere che sei ancora…
- Sì, non mi vergogno, anzi mi vanto di essere a trentasei anni come la lana di una pecora o un olio d’oliva o col dovuto rispetto come la Madonna.
- Hai avuto un figlio? Dov’è e come si chiama?
- Fai lo gnorri, o lo sei per davvero? Mi dispiace che sono stata io la prima a mettere in mezzo ai nostri insulsi discorsi la cosa a cui tengo tanto: la Madonna... Perciò ti pregherei di non mischiare il sacro col profano, anche se come dicevo poc’anzi la colpa è stata mia. A questo punto, se non mi fossi già vantata prima, continuerei il discorso dicendo: “Non per vantarmi,” se tutte le ragazze fossero come me, il mondo non sarebbe pieno di malattie trasmesse col rapporto sessuale: tipo Aids.
- Si, è vero, però torneremmo a prima del “68” e i giovani non saprebbero più dove menare la testa… se non nel muro.
- Perché tu ti sei buttato con la testa nel muro?
- No, però non ho fatto una bella vita con le ragazze: da noi si dice: “Ho spuzziliato”, come galline in un cortile.
- Ti sei arrangiato… è così?
- Quasi. La traduzione letterale sarebbe: “ho piluccato.” Ossia: mangiato in piccole dosi per ingannare lo…stomaco.
- Non sei morto dunque? Sei vissuto fino adesso, allora perché fai lo gnorri?
Oppure fai lo scemo per non andare in guerra: che poi sarebbe la stessa cosa?.
- Non faccio lo gnorri Eleonora, sono proprio così al naturale: mi piace di scherzare soprattutto sulle cose serie.
- Sei come un bambino?
- Un giorno mi sento vecchio come Matusalemme; un altro giorno vedo un vecchio che mi guarda dallo specchio, ma io non lo riconosco.
- Questo è un punto a tuo sfavore. Io pretendo che quando si parla di cose serie si faccia i seri e quando si parla di religione o di simboli, si adotti un eloquio consono all’argomento trattato.
- Sei cattolica praticante, o per meglio dire sei una bigotta fondamentalista?
- Sono una cattolica all’acqua di rose, però su certe cose non transigo e ci tengo come una fondamentalista.
- Io invece mi ritengo un cattolico complementare.
- Cosa significa essere cattolico complementare al tuo paese?
- Significa che per me la religione è una cosa accessoria, vado in chiesa, solo ai matrimoni ed ai funerali, però per rispetto, quando sono in chiesa, faccio tutto quello che fanno gli altri: Mi alzo, mi faccio il segno della croce e scambio il segno della pace coi vicini.
- E quando il prete dice: “Andate, la messa è finita.” tu ti alzi e te ne vai vero?
- Bravissima! Come hai fatto ad indovinare?
- Ho capito che sei un ateo: questo ho capito di te!
- Però all’acqua di rose… perché forse sono l’unico ateo che ha letto la Bibbia, il Corano, e so tutto sulla vita di Buddha e di Maometto: cose che secondo me non hanno fatto neanche i preti.
- Ti lascio quest’attenuante, però prima devi rispondere ad una domanda: Se tu un giorno decidessi di sposarti dove celebreresti il matrimonio: in chiesa o al municipio?
- Qui la cosa si mette bene: già parliamo di matrimonio! Con tutta sincerità, io preferirei il matrimonio in Comune, data la mia età, ma se la mia sposa optasse per la chiesa non creerei problemi: si sposa in chiesa.
- Bravo! meriti appieno l’attenuante.
- Grazie! ma perché queste domande: vuoi per caso sposarmi? Io lo farei anche domani mattina!
- Grazie, ma io non sono ancora arrivata all’ultima spiaggia, che incontro una persona sconosciuta e dopo mezz’ora me la sposo.
- Io invece quando incontro una persona che mi piace, non faccio amicizia, ma m’innamoro all’istante.
- Se soffri d’innamoramento facile ed hai tanta voglia di sposarti: come mai sei arrivato alla tua età e sei ancora scapolo? Oppure sei un uomo sposato con una caterva di figli e ti diverti ad insidiare le ragazze… a fare… il pedofilo insomma?
- Scusate signori: posso servire il secondo? Vi ho visti presi da una discussione ed ho creduto opportuno non interrompere, ma ora…
- Hai fatto bene Ugo, mi hai salvato da una situazione difficile, grazie. Ora puoi portare in tavola.
Emana un odore questo pesce spada che ti apre lo stomaco.
- Dall’odore dev’essere squisito. Però prima che incominciamo a mangiare, esigo che mi rispondi alla domanda precedente: Chi sei in realtà?
- E’ una parola? Ci sono filosofi che per tutta la vita si chiedono: Chi sono? da dove vengo?
- Sei un filosofo tu?
- Sono innanzitutto un uomo di cui ti puoi fidare. Sono un amante del bello e mi sono sempre innamorato di persone troppo piccole d’età, o con l’aggravante di essere troppo piccole e già sposate.
- Le donne sposate divorziano, si fanno un’amante, diventano vedove: a te non è mai capitato un qualcosa del genere?
- Che io ricordi mai!… anzi a pensarci bene una volta è capitato che una mia vecchia fiamma ha divorziato.
- Allora come è andata a finire?
- E’ andata a finire che nel frattempo era invecchiata e soprattutto ingrassata e non mi piaceva più… anche se era sempre più giovane di me.
- Meno male che lo hai ammesso. Da come hai iniziato sembrava che lei sola fosse invecchiata, mentre tu avevi conservato la fragranza della gioventù.
- Mi fai così megalomane?
- Non ti faccio niente, ma ho capito soltanto che per il signorino una persona dev’essere perfetta, altrimenti non se la fila nemmeno.
- Hai letto perfettamente nel mio pensiero.
- Tu forse ti credi di essere perfetto?
- Sono io il primo a capire che non sono un “ruotolo d’oro”, ma forse è proprio questa la molla che mi spinge a cercare cose contrapposte. Per me la bellezza è fondamentale. Se dovessi assumere una domestica, non riuscirei a portarne in casa una brutta… come minimo dovrebbe essere così, così!
- Dovrebbe essere una Miss Italia… per portartela a letto?
- No, farei lo stesso se dovessi assumere un cameriere o uno spazzino. Non parliamo poi se fossi il Sindaco di un paese e dovessi scegliere le guardie municipali... dovrebbero essere tutti quanti belli, ed alti almeno un metro e novanta.
- Anche se sono ignoranti o cretini?
- No, l’ignoranza ritengo sia una malattia insopportabile.
- Secondo me, giovani, belli e intelligenti, ed alti almeno un metro e novanta sarebbero tutti giocatori di palla a canestro, o farebbero gli attori o i corazzieri e non i Vigili Urbani. Se toccasse a me sceglierli, li prenderei tutti che conoscano magari una lingua e sappiano comportarsi educatamente.
- Era solo per darti il senso di come la penso.
- A me come mi trovi?
- Perfetta in tutti i sensi.
- Non so se è un male o un bene.
- E’ un bene. Quando ti ho vista ferma fuori al cinema, se non mi piacevi sarei passato oltre senza fermarmi.
- E avresti lasciato quella poveretta ad aspettare chissà quando? Lo sai che sei cattivo?… per non dire crudele?
- Lo so, ma cosa avrei potuto fare? Andare vicino e dirgli: signorina se ne torni a casa perché lei non mi piace?
- Allora anche io avrei dovuto fare la stessa cosa, perché appena ti ho visto non mi sei piaciuto?
- Difatti lo stavi facendo, poi un qualcosa di me… ti ha ammaliato.
- Si, i capelli. Tornando al discorso che stavamo facendo in precedenza… dalla reazione mi è sembrato che tu non l’hai capita la metafora della pecora e dell’olio d’oliva: o è stata una mia impressione?
- Come no! Della pecora ho capito che sei morbida e calda; dell’olio invece ho capito che uno con te deve andare cauto perché se ti beve tutto d’un fiato, oltre alla mente si scioglie anche il corpo.
- Un’altra cosa ho capito di te, che oltre a scherzare sei anche schifoso: stiamo mangiando e te ne esci con queste schifezze?
- Scusami tanto Eleonora, cercherò di non farlo più, ma questa è una prerogativa innata. Sin da piccolo venivo cacciato dal tavolo, perché sempre quando mangiavamo, mi veniva voglia di parlare di lucertole e topi, e facevo anche i gesti simulando che la coda mi rimaneva impigliata fra i denti.
- Non farlo più Vittorio, te ne prego, per poco non ho cacciato fuori tutto quello che con immenso piacere avevo messo dentro. Prendiamoci un breve intervallo a parlare di noi. Dove eravamo rimasti?
- A volte il silenzio vale più di mille parole!
- A volte è vero che il silenzio è doro, ma in questo caso è solo una scusa per non parlare di te. Non ho capito ancora perché sei così recalcitrante: hai gli scheletri nell’armadio forse?
- No, niente scheletri… ma io vorrei parlare di questo pesce spada che ho trovato veramente squisito.
- Che c’è ancora da aggiungere oltre che era squisitissimo? Parliamo di noi invece, anzi di te.
- Dell’insalatina non ne vogliamo parlare? Anche lei era fresca e sfiziosa e ci ha permesso di avere la bocca alquanto pulita.
- Vedi come sfuggi? Se mangi una mela l’odore del pesce scomparirà!
- Eseguo immediatamente, ma ho in tasca anche un pacchettino di Daygum Protex, quelle che in televisione dicono che sostituisce lo spazzolino da denti.
- Passamene una, prima che arrivi l’arabo col cammello e mi porta via!
- Che stronzate che fanno. Uno scambia la sua donna con una gomma da masticare: “per me una donna non ha prezzo!”
- E’ un’offesa molto grande per qualsiasi donna: io, in quella particolare occasione avrei preferito che mi scambiasse almeno col cammello. Tu mi avresti scambiata?
- Ripeto: per me la donna non ha prezzo.
- Non ha prezzo nel senso che non vale niente?
- Al contrario. Non ha prezzo perché nessun denaro può comperarla.
- Stavo scherzando io questa volta, ma comunque sono dell’idea che ogni cosa ha il suo prezzo: specialmente le donne.
- Sembra strano che a fare questo discorso sia una donna?
- Perché strano? Il mondo è pieno di esempi di donne che si vendono per quattro lire o per avere un poco di notorietà. Tutte quelle donne che vedi in televisione o sui giornali che si mettono con uomini molto più vecchi di loro, secondo te lo fanno per amore?
- Ci sarà pure qualche eccezione? Torniamo al nostro livello, l’argomento trattato non mi piace tanto: sembra di parlare di corde in casa dell’impiccato!
- Non avere la coda di paglia, tanto non sei né famoso, né miliardario: e poi non hai detto che tu sei giovane?
- Certo che lo sono, ma ogni tanto, nei momenti di difficoltà anagrafiche o di sconforto, mi vengono in mente le parole di una canzone di Renato Zero che fa più o meno così: “Vecchio, Diranno che sei vecchio
e quando ti scoppia il cuore,
non vali quattro lire,
dovresti già morire,
non vali niente più…”
- E’ una bella canzone, ma molto triste e che non fa al caso nostro: visto che siamo due giovani a convegno. Se l’argomento non ti piace, torniamo all’argomento che abbiamo messo in disparte.
Rammento che stavamo giocando a pallone e tu ti sei salvato in calcio d’angolo. La palla è posizionata sulla bandierina e aspetta che uno di noi la calci. La regola dice che spetterebbe a me, che già molto di me ti ho detto, mentre di te non ho saputo ancora neanche l’età e cerchi sempre di spigolare dando veramente l’impressione di avere qualcosa da nascondere.
- Eccomi pronto. Ora metterò sul tavolo tutto quello che ho racchiuso dentro di me… Sono un bambino mancato, un ragazzo mancato e un uomo mancato.
- Come mi dispiace: Sei mancato insomma? Mi dispiace di non aver visto il manifesto mortuario e di non aver potuto partecipare alle esequie!
- Non farò nessun gesto scaramantico, perché non ci credo, ma se per mancato vuoi intendere “morto” allora ti dirò che sono vivo e vegeto e che alla mia età vado ancora le donzelle a corteggiare: Ti serve un esempio?
- No, grazie: già l’ho avuto in prima persona. Questa è un’altra cosa che depone a tuo sfavore… Forse eri meglio un momento fa quando ti sentivi vecchio. Dimmi un’altra cosa: Tu le cose le fai perché ti piace farle o perché ti piace raccontarle agli amici?
- Scusami se sono stato villano, e spavaldo e ti ho dato un brutto esempio di me. Prima di conoscerti avevo l’elettroencefalogramma piatto. Il cuore ha iniziato a battere quando ti ho vista ferma davanti a quel cinema. Tu non ci hai fatto caso, ma io sono passato più di una volta davanti a te col cuore in gola e non riuscivo a fermarmi. Solo da allora, ho incominciato a vivere ed ho avuto la sensazione che il mio cuore volesse sfondarmi il petto. Riguardo alle cose che faccio, restano solo nel mio cuore e nella mia mente…
Ritiro il vanto di prima e ti prego vivamente di scusarmi: anche perché è una bugia madornale, e se così fosse farei veramente la parte del pedofilo. Poi tu stessa non sei testimone che sono una frana, per essere stato mesi attaccato al telefono ad aspettare che qualche ragazza mi chiamasse?
- Questo potrebbe essere uno di quei mancamenti e gli altri? visto che hai parlato al plurale? Vuoi per una volta essere cosciente di quello che dici e mi racconti tutti questi mancamenti?
- Ecco tutti i mancamenti in ordine cronologico. Quando io nacqui era da poco tempo finita la guerra e la gente moriva ancora di fame, ma io me la sono cavata succhiando fino a tre anni quel poco latte che riuscivo a spremere da una mamma che mi aveva avuto a quarantadue anni e che aveva poco o niente per nutrirsi. Quando non avevo ancora compiuto quattro anni morì mio padre e finii di essere bambino: ma già non lo ero, non avendo mai conosciuto la befana né babbo natale. Giovanotto, sono diventato nelle officine dei tornitori, dei meccanici e degli elettricisti, e la gioventù non l’ho mai potuto godere appieno. Uomo si diventa se uno ha il coraggio di affrontare azioni pericolose, ed io non ho avuto mai tempo e denaro neanche di tentare.
Uomo si diventa pure incontrando una ragazza e mettendo su una famiglia, ma io neanche questo ho avuto il tempo di fare perché ero considerato “un sostegno di famiglia.”
- Questa, presa per sommi capi sembrerebbe una vita da buttare nella spazzatura, ma penso che anche tu abbia avuto i tuoi giochi, i tuoi svaghi, le tue fidanzatine, i tuoi hobby. Non penso che sei arrivato a questa età senza che ti sia successo mai niente di bello: ma poi, anche se così fosse, ricordati che anche il brutto già passato potrebbe essere meglio del buono che deve venire?
- Hai delle mani fantastiche Eleonora. Si muovono leggere nell’aria come due farfalle e aggiungono alle tue parole un’armonia seducente: Meno male che i tuoi interlocutori telefonici non ti vedono gesticolare…
- Grazie, ma non cambiamo discorso.
- Eleonora, hai un sorriso ammaliatore. Starei per ore ad ammirarti e giorni se potessi avvicinarmi a quelle labbra.
- Smettila dai, mi stavi parlando di te?
- Non posso permettermi di scendere dove vorrebbe andare l’uccellin della comare, ma il presentimento è che sei strapiena di roba di prima scelta.
- Vittorio ti prego, ti vuoi fermare e mi stai ad ascoltare? Non ti stai comportando bene! Non posso dire nemmeno che sei ubriaco perché vedo la bottiglia sul tavolo ancora piena!
- La colpa è tua che riesci ad ubriacarmi senza vino. Ecco, sono fermo come un salame!
- Ascolta, vuoi fare la persona seria e mi parli seriamente di te?
- Stai indagando sul mio conto?
- Dì come ti pare: io voglio solo sapere chi è la persona che mi siede accanto.
- Piacere, Vittorio. Segno zodiacale Bilancia: tu eri Vergine mi pare?
- Vedi come ti comporti? Vuoi fare la persona seria? Non mi costringere a prendere dei provvedimenti drastici!
- Parli davvero come un inquisitore!
- Mi hai fatto arrabbiare… scusami.
- Scusami tu Eleonora: E’ colpa mia, che dico baggianate. Stavo parlando di me vero?
- Stavi tentando di parlare di te e invece parli solo di me, e quelle poche cose tue che ti sono uscite, sembra appartengano ad un’altra persona e non a quella che ho davanti a me?. Perché fai così? Cosa hai nel tuo passato che ti frena?
- Ti sbagli, stavo parlando con il cuore in mano dei miei sentimenti, quelli che non si vedono e sono sotto la scorza. Il mio passato l’ho dimenticato. E’ meglio avere un solo presente e una sola speranza per il futuro che due passati. Il passato parla di cose già trascorse che non si possono cambiare, o, solo a parole, cambiamo a nostro beneficio, mentre la speranza è una cosa ancora da venire… ed io ho puntato tutto sul futuro!
- Si, però anche il passato conta: è lui che forgia il presente? Chi vive senza ricordi è una persona che non ha un presente per costruirsi un futuro, e tu non sembri così?
- Difatti non sono così. Io voglio vivere il presente ed ipotecare il futuro se ad accompagnarmi nell’ignoto, come Virgilio fece con Dante, quella persona potessi essere tu!
- Pensi che il tuo futuro sarà un inferno e mi chiedi di accompagnarti? Non corriamo professore. Mi sembra di essere tornata a scuola. Parli, parli ed anche bene, però professore io finora sono riuscita a sapere soltanto il tuo nome, senza neanche un cognome.



V° Capitolo


Se ti perdi, e vado a: “Chi l’ha visto?” che gli dico alla Sciarelli: di trovarmi Vittorio che abita dalle parti della chiesa della Resurrezione?
- Perché verresti a cercarmi?
- Può darsi… forse si, se sapessi chi cercare?
- A parte che so che tu stai scherzando, perché sui vostri computer avete tutti i dati che ti occorrono e forse anche di più… Mi sai dire a cosa serve un cognome se non sei un pretendente al trono o non ti chiami Agnelli o Rockefeller? Se sei una pecora serve soltanto per dare un nome ad altre pecore che tu metterai al mondo ed unirai alle greggi di pecore che pascolano per il mondo sotto la sorveglianza di pastori agli ordini dei suddetti signori; ma difficilmente una pecora in queste condizioni diventerà mai leone!
- Sei politicizzato? Appartieni forse a quei gruppi che s’intrufolano nelle manifestazioni pacifiche e fanno succedere il finimondo incendiando macchine e rompendo vetrine?
- No, sono uno che quando vede le cose storte fa girare i neuroni del cervello e vorrebbe scassare tutto, ma invece, forse per pigrizia, si chiude in casa a rimuginare… e aspetta solo che il telefono squilla.
- Fra il pensare e il fare il passo è breve!
- Fra il pensare e il fare c’è di mezzo il mare!
- E la polizia che ti riempie di manganellate!
- Anche.
- Sei un mandante allora?
- Il mandante dice: “Armatevi e andate!” Io al massimo potrei dire: Armiamoci…e andate!”, mentre in realtà lo penso soltanto, ma non mando e non armo nessuno e non mi muovo da casa neanche a cannonate!
- Siamo sconfinati in un mondo che non è mio. Io sinceramente se da pecora diventassi leone, mi troverei a disagio.
- Non ti angosciare, ti abitueresti subito ad essere leone e mangeresti anche tu le pecorelle. Per il resto non prenderti inutili preoccupazioni che non mi perdo: starò attaccato alla tua gonnella come un bambino a quella della mamma. L’unica preoccupazione mia è che mi perdo in te e poi domani faccio la fine di quelli che tornano dalle crociere Costa.
- Vittorio, tu sei troppo romantico, rifuggi la realtà. Tu vivi come se bastasse l’amore e una capanna, ma senza volerti deludere, devi sapere che ora le ragazze non s’accontentano più della capanna, ma vogliono al minimo un appartamento ben arredato, con tutti i comfort che giornali e televisioni ci schiaffano in faccia dalla mattina alla sera. Adesso vanno di moda i calciatori, ma sono merce rara e solo per poche stronze che scimmiottano in televisione o fanno i calendari con tutte quelle cose rifatte messe in vetrina.
Le ragazze come me, vogliono per prima cosa la sicurezza. Dal punto di vista fisico cercano un uomo che le sappia proteggere. Da quello economico si accontentano della minimizzazione della sicurezza. Gli basta vestirsi, poter andar ogni tanto dal parrucchiere, ed arrivare a fine mese senza avere creditori sul collo.
- E l’amore? Con l’amore è vero che non ci paghi le bollette, ma se hai i soldi per pagare le bollette ma non hai l’amore mi sai dire come vivi? perché vivi?
- Se tu domandassi a mia madre cosa rappresenta per lei l’amore; lei probabilmente ti manderebbe a fare in culo, ma ammettendo che ti rispondesse, sicuramente ti direbbe che lei non lo sa. Se poi gli andresti a fare domande sul sesso: forse ti sparerebbe con il fucile da caccia di mio padre, ma ammettiamo che anche in questo caso lei ti rispondesse, ti direbbe che lei ha avuto dei figli ma non sa nemmeno come ha fatto a farli.
- Anche a lei tua nonna aveva messo nel corredo la camicia della prima notte con un ricamo ben in vista sul petto: “Non lo faccio per la gioia mia, ma per dare un figlio a Dio?”
- Non lo so se avesse questa camicia nel suo corredo, perché io non l’ho mai vista, però sono sicura che lo avesse scritto a chiare lettere dentro di se.
Le donne stavano alla mercé degli uomini e subivano quegli attacchi come statue mute. Era il marito a decidere il come, il quando e il dove.
- Con questo che vorresti dire: che ti piacerebbe fare la stessa vita di tua madre? Ora le donne lavorano ed economicamente sono non dipendenti dal marito, come erano tua madre e la mia, che dovevano sopportare qualsiasi cosa se no se ne dovevano tornare dalla mamma con una mano davanti e un’altra di dietro, con attaccata un’etichetta che le faceva diventare lo zimbello del paese.
- Neanche lontanamente! Volevo solo dire che possono stare assieme più due persone fatte incontrare da chissà chi, ma con un minimo per sopravvivere, che due persone che si amano pazzamente ma non hanno il becco di un quattrino.
- Eleonora, prima erano altri tempi. Come dicevamo dianzi, le ragazze erano sottomesse agli uomini e la sola cosa che i genitori gli inculcavano, era che appena fatte grandicelle dovevano trovare, non un uomo d’amare, ma un “buon partito”, altrimenti ci avrebbero pensato loro a trovarglielo. Non c’era ancora il divorzio, ma con la mentalità di allora sarebbe stata la stessa cosa. Prima, quando una coppia trovava delle difficoltà, andava a chiedere consiglio al prete; ora appena due persone sono in disaccordo, si rivolgono all’avvocato… Eleonora, ti guardo, e più ti guardo, più sento che non potrò fare a meno di te…
- Adesso inizi di nuovo con questa cantilena delle Crociere Costa? Parliamo d’altro. Parliamo un po’ di politica che è una cosa fredda, così ti distrai: parliamo di questo governo per esempio. Ti piace il presidente del consiglio Berlusconi? Lo vedresti tu come futuro Presidente della Repubblica?
- Eleonora, hai detto la cosa più brutta che le mie orecchie potessero ascoltare. Passi dal mio attaccamento a te, a quel Map… che se solo lo sento nominare, mi sale il sangue alla testa?
- Cosa nasconde quel Map?
- In napoletano sarebbe “Mappino” ma siglato sta per: Megalomane, Antipatico e Presuntuoso, come nessuno al mondo: “Va bene che tu sei Siciliana ed i Siciliani votano tutti per lui!” Riguardo a B. Presidente della Repubblica, se ciò malauguratamente dovesse accadere, chiederei asilo politico ad un’altra nazione… anche africana!
- Non pensi che forse sarebbe l’unico modo per indurlo al silenzio?
- Quello solo da morto starà zitto: forse! Dai suoi accoliti, si farà fare una legge ad personam e parlerà solo lui, come Presidente della Repubblica, andando in giro per il mondo a raccontare barzellette e dire fregnacce!
- Esagerato! Esasperi ogni cosa. Io sono Siciliana e mi vanto di esserlo, ma anch’io quell’essere non lo vorrei neanche per pulce nella camicia…
- Bravissima! Meriteresti un bacio per le ultime parole che la tua splendida bocca voluttuosa ha pronunciato.
- Perché vuoi derubarmi, procrastinando quello che dici di meritarmi?
- Perché ho paura di te!
- Paura di me? ma non farmi ridere: io, sono una gazzella nelle fauci del leone!
- Io leone e tu gazzella? Avessi magari la criniera? Se ti fai passare davanti agli occhi, il film del momento dell’incontro, vedrai che sono io che sono partito con un handicap?
- E’ questo che ti fa paura?
- Sì, ho paura dei tuoi occhi che mi guardano senza lasciare nessun segno; ho paura che mi scrutino e s’accorgono che sono vecchio; ho paura della tua bocca che mi parla ma non mi dice le parole che vorrei sentire; ho paura che domani tornando a casa ricomincerò a guardare quel telefono che non squilla: “senza avere neanche il conforto di poter sperare nell’aiuto di una signorina della Telecom.” Ho paura…
- L’hai studiata bene la lezione, così incominci di nuovo la storiella con qualche mia collega che ci casca come ci sono cascata io? Ma io domani ti telefono, stanne certo: ormai non ti libererai più di me. Credevi di passare una serata in dolce compagnia e dopo il…dolce, e forse una nottata in una camera di un Motel la cosa sarebbe finita lì, ma con me hai fatto Top di faccia… A proposito, hai pensato a dove andrai a dormire stanotte? Se per caso hai pensato a casa mia, sei fuori strada: anche se mi giurassi che staresti buono buono sul divano.
- E’ una possibilità che ho escluso nell’istante che ho iniziato a conoscerti.
- Ci avevi pensato allora? Anche tu hai fantasticato su quest’incontro?
- Non lo nego, ma le mie fantasticherie erano tutte condite di paure. Ma non ti preoccupare per me, posso sempre andare in albergo, o tornarmene a casa con l’auto. Ma poi chi ti dice che l’alba non ci trovi ancora insieme? Volendo potremmo passare insieme anche la giornata di domani?
- Come corri! Non ti avevo detto soltanto: “venga a prendere un caffè da noi?” Vittorio, mi piacerebbe tanto, ma io ho bisogno di dormire, perché domani devo andare a lavorare… meno male che ho il turno pomeridiano!
- Non hai giornate di ferie?
- Si, ma le ferie devono essere concordate con i superiori… e poi le ferie me le voglio godere d’estate sotto il cielo della Sicilia e non buttarle via per far piacere al primo arrivato! Poi cosa facciamo: stiamo svegli giorno e notte…visto che casa mia è off limits?
- Va bene così per il momento, visto che sono stato invitato soltanto a prendere un caffè. Vorrei farti un discorso serio ma ho paura di iniziarlo in questo momento perché suonerebbe come un tentativo di corromperti.
- E’ una serata che ti sto pregando di fare la persona seria ed ora che vuoi farlo ti fermi? Dai, butta fuori, tanto l’escludo a priori che tu riesca a corrompermi.
- Parlando dell’alloggio, mi è passato per la mente che potrei vendere un paio di appartamentini a Napoli e comprarne uno più grande a Roma… e mi trasferirei.
- Potrebbe essere una buona idea, ma per quale motivo lo faresti?
- Per starti vicino… a meno che tu stasera non mi mandi via con un calcio nel culo.
- Come è carino lui… vuole starmi vicino vicino… Sembra proprio un discorso fatto per corrompermi, ma nonostante ciò, pur credendo alla tua buona fede, penso che sia troppo presto per prendere una decisione così importante… ma se ti fa piacere posso anticiparti che questa sera non avrai un calcio nel culo.
- Visto che a Roma non hai nessuno che ti blocca, potresti pure optare di farti trasferire a Napoli?
- E perché non direttamente nel tuo letto? Visto che da quando ho potuto capire, il tuo intento è solo questo?
- Eleonora, era una dichiarazione d’amore vera e propria e tu me l’hai buttata… a puttane!
- Ecco, proprio quello che intendevo io.
- Eleonora, non essere sempre così malignamente sospettosa. Potresti magari provare: io non ti chiedo nessuna caparra.
- Senza caparra, forse si potrebbe anche tentare. Prendiamoci qualche giorno per pensarci: adesso siamo in fregola.
- Ora, dopo le parole che mi hai detto, ho riacquistato l’audacia che credevo di aver smarrito. Eleonora… il leone vorrebbe mordicchiare la gazzella.
- Non hai testé detto: “senza caparra?”
- Quella che voglio adesso non è caparra, ma è solo un piccolo anticipo sul compromesso.
- Ok. “vediamo questo stupido dove vuole arrivare!” La gazzella acconsente, basta che il leone non si faccia prendere dalla fame e fa della gazzella un sol boccone.
- Signori, servo il dolce?
- Grazie Ugo: dolce e caffè.
- La millefoglie va bene?
- Ugo, porta quello che vuoi… basta che te ne vai: Hai scelto un brutto momento!
- Ok.Ok. sparisco subito.
- Perché tratti male quel poverino?
- Lui mi ha capito: difatti mi ha fatto un sorriso quando l’ho mandato a fare in culo.
- Chissà cosa avrà capito?
- Avrà capito che dava fastidio, cos’altro poteva capire?…
Eleonora, mai avrei potuto immaginare che le tue labbra potessero trasmettermi un’emozione così grande. Non speravo più, di provare alla mia età questo turbamento: sembra quasi come fosse il primo bacio…
- Prova con il secondo: può darsi che ti serva da antidoto e ti senti meglio?
- Questa volta non me lo farò ripetere due volte…
Eleonora, sei dolcissima… sei come una cassata Siciliana.
Quando t’abbraccio sento i tuoi seni che spingono e m’invitano a spingere e abbracciarti ancora più forte… come se volessi entrare dentro di te…
- Vacci piano giovanotto: Dentro di me non si entra così facilmente… neanche conoscendo la password.
- Era solo una metafora?
- Allora va bene. Io mi sentivo strozzare e tu volevi stringere ancora più forte?. Hai una forza nelle braccia incredibile… però non mi vergogno di dirti che mi piaceva essere stretta come da un serpente Boa nella tua morsa e a costo di morire, mai avrei chiesto aiuto. Mi sento il cuore in fiamme, altro che cassata siciliana… Fermiamoci per cortesia e torniamo buoni buoni ognuno al suo posto.
- Ugo, quando ti fa comodo puoi servire quanto ordinato.
- Ecco il dolce e il caffè, e scusate la mia invadenza.
- Ugo, se il mio comportamento precedente ti ha offeso, ti chiedo umilmente scusa.
- Lavoro da anni in questo posto e ne ho viste di belle, perciò ci sono abituato signore e non mi offendo nemmeno se mi cacciate a pedate… Vi consiglierei di mangiarlo adesso, prima che si raffreddi tutto.
- Grazie per il consiglio: ubbidiremo!
- Eleonora, in un film ho visto una scena, che quando due fidanzati si baciavano, se lei aveva la visione di due locomotive che si scontravano a tutta velocità, era segno che aveva incontrato l’uomo giusto. Io dicevo che era una cosa impossibile, finora, ma non ridere se ti dico che le ho viste e sentite anch’io quelle locomotive.
- Erano elettriche o a vapore?
- A vapore. Perché fa differenza?
- No, perché c’ero io in quel treno: sentivo lo sbuffo di vapore uscirmi dalle orecchie, e a quell’urto mi sono sentita sballonzolare in tutte le direzioni. Credevo di morire…
- Parli sul serio o mi stai prendendo in giro?
- Mai stata così seria!
- Eleonora, io ti amo…
- Boom. Stavolta l’hai sparata grossa. Stai facendo una cosa che generalmente fanno gli innamorati e credi di essere innamorato. Mi hai dato solo qualche bacio, perciò in questo momento parlerei più di desiderio che di amore. L’amore è tutta un’altra cosa, deve nascere dal di dentro, deve torcerti le budella, deve farti soffrire, deve…
- Eleonora, non voglio esagerare che ti amo dalla prima volta che ho sentito la tua voce, ma dopo quella prima telefonata ti ho pensato spesso: dalla seconda telefonata in poi ti ho pensato sempre. Poi quando ti ho vista, e mi sei piaciuta, ho tirato la somma e come totale sul display dei miei occhi perduti nei tuoi, è uscito: “Io ti amo.”
Eleonora, alla mia età uno se ne accorge se è innamorato, perché dentro ti senti come un calciatore che ha segnato il goal della vittoria nell’ultimo minuto di recupero.
- Uno soltanto?
- Non scherzare Eleonora, sono io che sto parlando seriamente questa volta… Che dici se tiriamo un po’ le tendine del séparé?
- Questo sarebbe il tuo parlare serio? Ecco, questo è l’amore che senti per me: chiudere le tendine!
- Quella era la teoria, questa è la pratica, ma ambedue vanno a braccetto.
- Non è vero! I più grandi amori raccontati dalla storia, come quello di Laura con Petrarca o Dante con Beatrice, sono di gente che sospirava soltanto, ma non avevano mai avuto l’opportunità d’incontrarsi da soli dietro un séparé… Comunque, se tu vuoi, accostale solo un poco queste tendine professore: non mi va’ di mostrarmi agli occhi dei presenti quella che in realtà non sono!
- Eleonora, se ti guardi in giro, vedi che non c’è nessuno. Ognuno si è ritirato dietro la sua tendina e...
- Io non sono come le altre, però non sono neanche frigida, quindi non nego che in questo momento non mi dispiace di essere coccolata e baciata.
- Eleonora…ti giuro che da oggi in poi non aspetterò che tu mi chieda di baciarti: sarò sempre in anticipo.
- Vittorio… Vittorio… adesso perché le tue mani vanno frugando nel mio reggiseno? Vuoi farmi per caso una visita oncologica e andare in cerca di noduli? oppure vai in cerca di silicone? Non troveranno nulla… di rifatto. Le mie “cose” sono piccole ed originali!
- Nessuno lo metteva in dubbio. Ad occhio ho imparato a capire se sono artefatte e a calcolare più o meno la consistenza e la misura.
- Dottore indovino… E cosa ha capito e calcolato dalla visita in corso?
- Signorina, la visita è ancora in corso e non posso esprime giudizi. Aspetti il momento opportuno per rifarmi la domanda!
- Dottore… se ne avrò ancora la forza…
- Eleonora, ringrazio quel telefono che non squillava: non so come avrei fatto senza di te!
- Sei sempre esagerato nelle tue elucubrazioni. Dottore, ha finito la visita? Vuole sciogliere la prognosi e dirmi se è di suo gusto quello che ha trovato?
- Dopo un attento esame: che poi ripeterò perché non sono così sicuro dell’accertamento, posso dirle che sono di consistenza e della grandezza giusta per entrare per intere in una coppa di champagne.
- Dottore, non esageriamo adesso! Che fa: paragona le mie tette ad uova da bere? “Dentro una coppa di champagne.” Sei tu che pensi a queste stronzate mentre fai l’amore?
- Mi sarebbe piaciuto averlo detto io per primo, invece è stata una persona molto importante, di cui in questo momento non mi sovviene il nome. Lui ha determinato che il più bel seno è quello che entra per intero in una coppa di champagne, e lo ha detto in un’epoca non sospetta, ovvero quando tutto era originale e non c’erano ancora le protesi di silicone che fanno sembrare i seni come bombe che stanno per scoppiare.
- Dopo fammi sapere se l’accertamento di riscontro ha dato esito positivo.
- Giusto Eleonora. Te lo dirò dopo: se continuiamo a parlare: come faccio a baciarti?
- Fa piano, non vorrei uscire dal locale con la camicetta rotta…
- Non ti preoccupare, ho le mani che si adattano al momento: dure come l’acciaio e delicate come cristalli di neve. Sanno loro cosa cercare Eleonora, non sono io che le comando. Loro da sole già sanno quelle che debbono fare. Tu sei grande e dovresti sapere che un bacio è comprensivo di tutto. Tu riusciresti a baciare una persona con foga e restare con le braccia conserte? Non dirmi che non ti piace se le mie mani ti sfiorino i capezzoli?
- In questo preciso momento non nego, niente… ma tengo a precisarti che l’oncologo non fa queste manovre che fai tu! Ogni tuo bacio mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene. Se misurassi la pressione in questo momento penso che arriverebbe a mille.
- Sei in buone mani, perché oltre ad oncologo, sono anche cardiologo, e sarò felice di fare una ecografia al tuo cuore, sperando di vedere comparire la mia immagine memorizzata.
- Corri troppo, professore… Ti prego, fammi prendere un po’ di fiato: sento come se in bocca avessi mille lingue che si attorcigliano. Sei un esperto tu vero? Eppure non si direbbe che sei un buon “Poliglotta?” Diceva bene mia madre: “Stai attenta all’erba cheta!” “L’uomo da lontano ti affumica e da vicino di scotta.” Chissà quante donne hai portato nei Motel e dietro ai séparé?
- Eleonora, con te è come se avessi iniziato stasera. Nessuna ragazza è paragonabile ad un’altra, ma sembra che questo non sia il momento più opportuno per filosofeggiare.
- Di cosa dovremmo parlare secondo te?
- Più che parlare, secondo me sarebbe più opportuno: “fare.”
- Dove vorresti arrivare?… Vittorio, per favore, ferma queste mani: stai scendendo troppo in basso!
- Forse e lì che voleva andare l’uccellin della comare!
- Bloccalo quest’uccellino, se no mi costringi, ah, ah, tagliargli le ali.
- Metaforicamente?
- Nessuna metafora. Non sono le tue mani che cercano di entrare nelle mie mutande, o sbaglio? Non mi dire adesso che oltre ad oncologo e cardiologo sei anche ginecologo?
- Non lo so chi sono, so solo quello che vorrei essere e dove vorrei essere. Ti ho detto prima che un bacio è comprensivo di tutto, e che non sono io che comando le mie mani. In amore si sa da dove si parte, ma non si sa dove si arriva! Sono i sensi che ti dicono quello che devi fare in ogni momento.
- Lo so io chi sei: uno sporcaccione! però si dà il caso che anche i sensi miei mi dicono in ogni istante cosa devo fare, e in questo momento mi dicono di scacciare l’intrusa. Sto pensando che forse era meglio se ti portavo a prendere un caffè!
- Eleonora, tu sei una che cerca la purezza tenendo lontano le tentazioni?
Anche Gesù si fece tentare dal demonio… e per quaranta giorni.
- Io cerco solo di limitare i danni… senza limiti di tempo.
- Eleonora, ti prego, non trattenere le mie mani… mi fai sentire come un ragazzino che sta rubando la marmellata... forse “lei” non si sente bene?
- Lei, sta meglio di me e di te, ma se ogni volta mi lasciassi trasportare, e m’intenerissi del povero bambino lasciandogli rubare un po’ di marmellata, non sarei quella che sono!
- Eleonora, siamo in un’epoca ed hai un’età che neanche il Papa, o Gesù Cristo in persona, considererebbe peccato perdere la verginità?
- Io non chiederei mai consigli, o permessi al Papa e neppure a Gesù Cristo: “sono pur sempre maschi.”
Per una questione così delicata, la mia interlocutrice principe sarebbe la Madonna, ma in questo caso specifico, l’età e la religione non c’entrano niente con la mia decisione. So io quando sarà il momento… Vittorio sento una cosa dura che mi vibra in mezzo alle gambe…
- Lo sento anch’io… è solo il cellulare che ho dimenticato acceso e mi suona nella tasca dei pantaloni… Ma tu guarda la sfortuna: Ti ho incontrata perché il telefono non squillava mai e si mette a suonare nel momento meno opportuno… proprio adesso che l’ultima cosa che vorrei fare è rispondere ad un telefono!
- Rispondi! Proprio il fatto che non suona mai dovrebbe farti capire che può essere una cosa urgente e importante.
- Ha smesso!
- Guarda chi era!
- Era uno che voleva sapere se ho l’aria condizionata! Se lo avessi tra le mani gli torcerei l’osso del collo!
- Come sei violento! Io sentendo quella vibrazione… ho pensato… che tu fossi una persona speciale…
- Magari!… magari vibra pure ma non squilla. Eleonora, ti piacciono i bambini?
- Ti sembra il momento più opportuno di mettere in cantiere un argomento del genere?
- E’ Tabù?
- Proprio così! Un po’ di marmellata oggi, un po’ di marmellata domani, un colpettino di qua, un colpettino di là, e Ta - Bù… e ti ritrovi incinta.
- Eleonora, degli anticoncezionali: ne abbiamo già parlato, che esistono per: “prima, durante e dopo”, la mia era una domanda seria prescindendo dall’atto.
- Allora prescindendo, ti rispondo che mi piacciono: A quale donna non piacciono i bambini? Ma perché mi vieni a fare questa domanda in questo momento cruciale? Non vedi che fatica sto facendo per tenere a bada questa piovra che infila i suoi tentacoli in tutte le direzioni?
Non faccio il tempo a fermare uno davanti che già me ne ritrovo un altro di dietro!
- A me piacerebbe tanto avere un figlio, ma ogni volta che lo penso mi vengono in mente i “Rotoloni Regina” che mi fanno cambiare idea.
- Sei strano per davvero sai? Per fare un figlio per prima cosa dovresti avere la materia prima: che tu non hai. Per seconda: non ho mai sentito paragonare un figlio ad un rotolo di carta igienica…
- Mi offendi Eleonora! Come fai a dire, non conoscendomi ancora, che io non sono in possesso della materia prima occorrente?
- Io innanzitutto sono una persona educata e non mi sarei mai permesso di pensare alle cose indecenti che pensi tu. Guarda che io per materia prima intendevo una donna tutta tua con cui condividere un figlio!
- La sto cercando con il lanternino…
- Con la tua età chissà quanti stoppini hai consumato?
- Quale età, prego?
- Già dimenticavo che sto parlando con un ragazzino senza età... che però al momento opportuno sa cosa fare.
- Anche Adamo ed Eva non sapevano cosa fare… ma ci hanno messo pochi minuti a capire. Eleonora, senza scherzi, questo è l’ultimo stoppino e speriamo, come diceva il grande Manfredi: “Fusse che fusse la volta buona!”
- E i figli con la carta igienica?
- Eleonora: “I figli so’ piezz’ ‘e core.” L’accostamento è dovuto alla pubblicità che fanno in televisione, che uno è un rotolo normale e dura poco, mentre l’altro è un rotolone regina e dura molto più a lungo. La sintesi è che avendo io un figlio a questa età… sarei costretto, non per mia volontà, a lasciarlo quando è ancora piccolo.
- La vita riserva molte sorprese, ma tu non hai pensato anche alla povera vedovella?
- Sono vissuto abbastanza per vedere con i miei occhi, le povere vedove come si consolano, per essere bravo, ad un anno dalla morte del marito!
- Lasciamo stare. Vittorio, con l’età che hai tu, quando muori, tuo figlio sarà già bello e sposato e avrà avuto pure il tempo di darti dei nipoti.
- Veramente?
- Certo, parlando di vita media è così… ma tu che cazzo di argomento vai a mettere in mezzo… mi stai facendo raffreddare… attento che chiudo bottega!
- No, no, ti prego, non chiudere niente, se no mi costringi a fartela riaprire!
- Anche con la violenza?
- La violenza, già per sé stessa è un peccato grave, ma la violenza sulle donne la trovo una cosa inammissibile!
Eleonora, mi sento come se fossi all’interno di una favola e avessi incontrato una fata. Questa è una serata magica, ma ho paura di svegliarmi e accorgermi di aver fatto solo un bel sogno e di…
- Tornare da una Crociera Costa?
- No, di non aver fatto un goal nell’ultimo minuto di recupero, ma di averlo subito!
- Io invece sono sicura di riuscire a parare tutti gli attacchi che mi arrivano, e nonostante ciò, ho paura degli autogol.
- Meno male! E’ più bello misurarsi con una che non è infallibile. Pure Achille era immortale, ma aveva il suo punto debole nel tallone: Il tuo dove sta Eleonora?
- Se te lo dicessi farei la stessa fine che fece Sansone con Dalila.
- Non fa niente: “ Disse il pappice alla noce dammi il tempo che ti spertoso.”
- Ho capito quello che hai detto nel tuo dialetto: è questo il tuo intento: spertosarmi? Allora quando parlavi del figlio, intendevi solo dell’atto di farlo?
- Eleonora è un proverbio che ho citato?
- Però c’era dentro un’allusione?
- Nessuna allusione. Ho fatto anche una premessa: “prescindendo dall’atto.”
Errata corrige: “Disse il pappice alla noce: dammi tempo.”
- Finisce cosi? Tempo per che cosa?
- Tempo per dimostrarti tutto il mio amore.
- Va bene! Accetto la modifica e la sottolineo con matita blu anziché rossa.
- Grazie. Eleonora. Io sono frastornato, svegliami dal sogno per favore e dimmi noi chi siamo ora e cosa saremo domani?
- Siamo due persone che vorrebbero continuare a baciarsi all’infinito e che invece il buon senso gli ha suggerito di darsi un ultimo bacio e poi di mettersi a sedere ognuno al proprio posto.
- Eleonora, hai un freno a mano formidabile. Se non ti avessi creduta, ora dovrei crederci per forza alla faccenda della pecora e dell’olio d’oliva. Io dopo tante volte che le locomotive si sono cozzate non riuscirei a fermarmi neppure sulle barriere poste ad ogni stazione capolinea!
- Eppure ti sei fermato!
- Per forza?
- Per forza o per ragione.
- Eleonora, la vita è fatta di giorni, ore, minuti e secondi, ed io ti posso assicurare che nessun secondo di questi ultimi lo scambierei con uno o cento o mille del passato. Eleonora, tu hai scombussolato la mia vita!
- Hai usato un brutto termine, ma io ti capisco lo stesso, perché anch’io sono nelle tue stesse condizioni. Io sono partita per buttare un salvagente ad una persona che ne aveva bisogno ed ora mi trovo coinvolta in una cosa, piacevole, senza alcun dubbio, ma non so come uscirne.
- Perché vorresti uscirne?
- Uscirne, non significa abbandonare la nave come i sorci in un naufragio e fare annegare chi volevi aiutare, ma capire se la cosa può proseguire e in che modo.
Da quanto ho potuto capire, noi da parecchio tempo siamo due “sans sex” e io penso che ci vorrà un po’ di tempo per decifrare questa serata: capire se è stata l’astinenza o altro a farci comportare come se fossimo due innamorati in vena di coccole.
- Io mi sono innamorato di te già da prima che c’incontrassimo perciò non è questo il mio caso, nonostante esista un proverbio napoletano, un po’ sconcio, che si confà con le tue parole: “ ‘A capa ‘e sotto fa perdere ‘a capa â capa ‘e coppa.”
- Vedi che avevo ragione io, che bisogna aspettare?
- Eleonora, se aspettiamo un altro poco mi faccio nei calzoni!
- Sei, diciamo un po’ più grande di me, ma non così vecchio da farti nei pantaloni? Anch’io ho voglia di andare in bagno, però riesco a trattenerla egregiamente.
- Eleonora, o fai la scema, o sei scema per davvero, o sei veramente ingenua come una fanciulla nella prima adolescenza: io intendevo riferirmi a tutt’altra cosa che…
- Che se la tiro per le lunghe diventi vecchio per davvero?
- Vabbè, diciamo così come dici tu!… Eleonora… sento i brividi…
- I brividi? Io sento che la tua mano scotta come un ferro da stiro e domani di certo mi troverò piena d’eritemi!
- Eleonora, se tu vorrai il modo lo troveremo. L’età non la posso cancellare, ma se ti desse noia la mia scorza, sarei anche disposto a fare un lifting: anche se a lungo andare l’età anagrafica esce fuori con prepotenza e mi farà diventare come un cane Cinese. Eleonora, anche a costo di essere ripetitivo ti rifaccio la unica domanda che mi sta molto a cuore e la cui risposta modificherà tutto il mio futuro!
- Accidenti! E’ una grossa gatta da pelare che mi dai? Dai, sputa fuori!
- Ieri eravamo due sconosciuti, qualche ora fa eravamo due conoscenti, adesso siamo… due amici: domani che saremo?
- Ancora? Invece di una risposta ti rispondo con una domanda: Ma tu non sai vivere solo con l’oggi o col minuto o secondo come dicevi prima?
Mi sembri un Taroccaro, uno Sciamano, o un mago nostrano, che sta sempre a leggere nella sfera di cristallo cercando d’interrogare il futuro… Datti una smossa, per favore!
- E’ giusta la tua constatazione, ma io per essere felice oggi, ho bisogno di avere una certezza per il domani, perché… perché non voglio perderti!
Eleonora, darò a tuo padre, come quel Cinese della serie televisiva: “Alla conquista del West” cento, mille pani dolci per consolarlo della tua perdita...
- Mio padre si consola con i cannoli, ma visto che sei napoletano dagli le sfogliate: gli piacciono di più le frolle che le ricce…
A me sembra che si siano invertite le parti, o sbaglio? Dapprincipio, non ero io che volevo una certezza per il futuro?
- Non ricordo: senza questa risposta sono incapace d’intendere e di volere!
- Da come muovi le mani, non mi sembri una persona che ha perso la memoria? però se basta questa risposta per farti rinsavire, ti dirò che adesso siamo due amici che si toccano e si baciano, ma ti pregherei di non correre troppo… Vittorio, non voglio ancora che arrivi domani. Voglio vivere questa sera e farla durare il più a lungo possibile…
- E poi domani?
- E poi domani si vedrà: se son rose fioriranno!